24 agosto 2008

Il viaggio ricomincia

Fatica, fatica e sudore, pesto sui pedali, era da tempo, finalmente la bici mi osserva grata, qualche problemino lo denuncia il mio fondoschiena... i piedi, le gambe, ok, è il giorno della prima, qualche tentennamento, il solito timore per le auto intorno, l'integratore sparisce in fretta sotto il cocente sole, arranco nelle salite e poi giù a perdifiato, se avessi la forza non la mollerei, mi riposo tra sole e brezza marina, bruciacchio al sole, finisco l'acqua, Cris dorme e nessuno a salvarmi... rimonto in sella, provo un piacere che non so descrivere, mi fa sentire vivo, partecipe della natura, mi riapproprio del mio corpo, sento pulsare i muscoli nello sforzo, peccato il contachilometri regalo di Tata è andato, come sempre sibilanti vecchietti mi lasciano mordere la polvere, me gusta, rido tra me e me, mi sento bene, endorfine in circolo e voglia di ricominciare, questa si che è droga!

20 agosto 2008

Non c'era la brioche sul Titicaca

La vita sul Titicaca, le isole Uros galleggianti formate da canne Totora, gli Incas, gli indios Aymarà, circa 4000 m. sul livello del mare, tra Perù e Bolivia, acque azzurre, l'isola di Taquile... non so perchè il ricordo tocca proprio queste mete, l'estate va sgretolandosi, ho fatto un pò fatica, ma sono qui, nuovi propositi, nuove energie, forse...
Intanto gli esili girasoli sono andati per sempre, mi restano le foto... e lei tornerà a dividere la monotonia, recitare e andare, intentaremos otra vez, per nuovi orizzonti, nuovi entusiasmi, adesso è molto meglio che vada, la mia brioche col gelato mi aspetta.

9 agosto 2008

Yo solo se que nada se

Un'abitudine è un'abitudine, a volte ce ne sono di cattive, altre ripetitive e noiose, alcune indispensabili e altre ancora periodiche. Forse questa è una di quest'ultime, ma oggi è saltata, probabilmente salterà per tre settimane, perchè anche se lo facessi in solitaria andrebbe annoverato sotto un'altra voce.
Olimpiadi e guerre, maledetto petrolio, maledetto denaro, Robi con una spalla rotta, invoca aiuto, dice che è fuggita da quel manicomio, vorrebbe che la raggiungessi... non possiedo doti taumaturgiche...

6 agosto 2008

Il pacchetto nella maionese

Le immagini scorrono veloci, distrattamente distinguo pedate, la verde erba e le paventate orde, meno distrattamente intorno se dell'inglese che non mastico e le patate fritte, di vedere ancora vedo, è di non sentire che non mi rendo conto, conto che peraltro non mi è dato di saldare, muti gesti che di lì a poco e nel tumulto e volteggiare del pacchetto familiare e ormai lontano di un ricco sbuffo nella maionese, che vi si possano posar le mani, il viso o chissà quale fantasia, e il miele al tavolino, il rosso di un gran vino, che sia soltanto birra e non funzioni? Que edad, que edad parrebbe del Marocco, o forse Messina e il suo pesce stocco, granita e cremolata, quando l'ho dimenticata?
Respirerò l'odore, sentirò l'adrenalina, calca, tumulto, code, sudore... e andrò via, senza voltarmi, con la voglia di partire anch'io, todavia en la oficina, dentro de pocas horas.