29 dicembre 2009

aRoma2

Irriconoscibile, in dicembre Roma sembra un’altra città… il freddo è secco e quasi non si sente, leggero ritardo e bivacco in aeroporto, un pullman che parte e quindi il deserto, vorrei dire ai leghisti nel passaggio del croato o bosniaco che sia, ed eccolo lì, ci osserva muto, imponente e solitario, miraggio, d’alto fusto o piccini, arbusti e bellimbusti, sorrisi spontanei e mani tese, silenzio e libri e scrosci d’acqua in terapie, attese non attese, parole decise, comprensione e sostegno, quanto ci piace non essere a casa...

19 dicembre 2009

aTorino... che non ci azzecca...

Freddo, alle mani, ai piedi… mole sole, quei signori che parlano d’affari, accenti vari, umori tanti, langhe.
Bra, vino, foto.
Che caldo, si scoppia, locali, case, musei.
Blade, e Italia, maschere e gremlins, Egitto, sarcofaghi e mummie.
Ascensore per chissà dove, i fiumi, la collina, le piazze, la gente.
Gelato, pistacchi, eataly e improbabili zuppe.
Manfrine, mansarde, manfrotti, mappine.
Il Cinema, che cinema, monto, rismonto, moviolo, proietto, distendo le membra stanche alla chaise longue… muto, rifletto, ombre, segni, viraggi, missaggi.
Libri del cavolo e gamberi rozzi, pinoli e croccanti.
Un tempo che scorre, un altro che attende, meteore distanti, mine vaganti.
Crudi, salati, dolci, gelati.
Paolo, Mariella, Lucrezia, Emilia, Gabriele e la morosa.
Differenziata, indifferenziata, organico e inorganico, amare o non amare, patire e aspettare.
Lingotto, dolcetto, nocciole, barolo, panelle e cuccìa, Montersini e i bicchieri, il finocchietto sparito e le sarde a mare…
Guanti, berretto, autobus in fiamme e sparuto corteo, le foto di Emilia, iPhone di Lucrezia, iMac iAgus iFriends…
Frecciarossa, Airone, cioccolato e una chance, guanti, sale, quello della vita.
Sparuta, la neve, ritorno al mio scirocco ancestrale, alle maniche corte, alla monnezza, all’ansia d’attesa.