17 maggio 2010

Cinque giornate

E' inevitabile, come l'esigenza di una lettura specifica che si ripete nel tempo, del metereopatico, eppure piove, tira un'aria fredda che mi fa rimpiangere la maglia pesante, ma è lì nel mio cervello che si annida, due anni di fermo biologico cominciano ad essere un po' troppi... e l'orizzonte resta scuro, manovre, manovrine, di avvicinamento, sondo, scruto, e gratto il fondo. Seducenti gesta e depistaggi, ancora una volta, appagamento momentaneo e quando torna il sereno non è mai solo. Tra gingilli ed esperimenti, si accantona, poi scorrono i giorni e si prende di mira qualcos'altro. Roma, meta, niente di giallorosso, ci mancherebbe... vesto il nerazzurro e un copricapo rosanero... negozi, lamantia forse, si festeggerà in ritardo e a nostro piacimento, le cinque giornate di Milano.

5 maggio 2010

Insonnia alimentare

Leggere del pavanese mi da un piacere assurdo, con la luce fioca quella da trenta candele, del suo fiume, un sogno lungo il suono continuo ed ossessivo che fa il Limentra, tra krapfen e boiate, Stefania ha lasciato qualcosa, me lo sparo a panella mentre cresce la pasta, non starò più a cercare parole che non trovo per dirti cose vecchie con il vestito nuovo. Piccola città, bastardo posto, e l'eskimo che conoscevi tu, se io avessi previsto tutto questo, forse farei lo stesso, la tristezza poi ci avvolse come miele, miele e lievito e il volume raddoppia, il forno caldo, il giorno si accende, come un istante deja-vu ombra della gioventù, granella, spennella, sembra di stare in un panificio, stativo, merletto, baffetto, anice e cannella. Che sonno, sparito in un lampo, una speranza nel cielo di Praga...