19 giugno 2011

Baptism...

Il vento sale quando le parole diventano più frammentate e la gente stanca, la camicina aperta sul petto e tutta la fantasia di un olio miracoloso... meglio, molto meglio un buon extravergine... certo, liquidare il tutto affermando di trovarsi di fronte a un mistero è molto facile. Stupisce semmai il ragazzino zelante che rimbrotta la folla preso dal suo ruolo, tornano sempre in mente quelle parole, era un cretino... il vecchio prete che si mangia le parole e sembra la parodia di se stesso incita il pargolo e i genitori a tornare in Brasile... in breve saturi delle cazzate che spara cerchiamo rifugio sotto gli alberi, i cori strazianti di un improbabile improvvisato Ray Charles accompagnato da un'altrettanto improbabile Diana Krall sono la ciliegina sulla torta, ma per fortuna non è lì la festa...
L'ennesimo tentativo di denigrare punzecchiando non sortisce l'effetto, e l'educazione impone ch'io non risponda, tutto termina lì dove nasce, per quanto la vecchia stronza una rispostaccia l'avrebbe meritata... Ma che importa quando gli occhi di Diego sprizzano allegria e vitalità? Il fumo ci avvolge e il cibo ci sovrasta, birra e vino e trionfi caserecci, un pomeriggio in allegria condito da sfavillanti piume e copricapi audaci in perfetto stile da sambodromo, le accattivanti ballerine rischiano di provocare infarti... si ride di gusto e tutto questo Diego non lo sa... gioie e dolori di una festa voluta, inutile adesso ricercare le motivazioni... l'accento va posto al contrario sul riavvicinamento condito in salsa di gamberoni e succolenta picanha. Todo cambia.

2 giugno 2011

Ripetizioni...

Acqua e ponti in vicinanza, solo un ricordo, caldo afoso, ridicolo, di giubbotti e felpe, chilometri, polvere, il ragazzo è peggiorato non vuole contravvenire alle regole, non si fermerà, ma parla tutto il tempo con una tipa strana che sembra una prostituta, non si potrebbe, lei sì l'accompagnerà, probabilmente ha fatto un test... ci tocca scendere prima e cambiare, stronzo, inutile sforzarsi e ostentare una lingua che non gli appartiene, è meridionale come noi anche se ne dice peste e corna... attese, trepidazione, paura, si dissolve, abbraccio, buffetti alle guance, hanno di nuovo sbagliato, è diventata la regola si direbbe... uno scherzo che brucia qualche anno di vita e tra l'altro anche milleuri... la carriera... gliela stroncherei la carriera, meriterebbe che l'aspettassi fuori, se solo ne fossi capace... andiamo giù di spritz e ancora, ridiamo di Rocco e pensiamo al futuro, sveglie dimenticate, gloria all'elettronica, ancora viaggi, Gant sembra più vecchio e rincoglionito, arraffa venti euro in fretta e scappa via nella notte, silenzio e militari, infine il pullman arriva, ancora aerei, ritardi, sudore, attese, la maglia recita I love Rome per la felicità collezionista martinesca, il silenzio perduto, il riposo andato, nuovi volti in attesa e tracimazioni annunciate... c'è un reso da effettuare e i biscotti da infornare, a tratti lei non mi sente, i giorni incidono inevitabilmente, adesso lui indossa le maniche corte e osserva il tempo che si è fermato, un velo inesplicabile, insormontabile, ma lei è tenace e audace. Di festeggiamenti al pane, di birra e miele, tentativi solitari, ricorsi, il gentile maresciallo e Carla Vaquero giace senza vita, "digli che almeno mi parli" agghiacciante e vero. Si ricomincia, ancora, eco lontana di sillabe sconosciute, se non c'è un bisogno immediato tutto tace, le parole incidono il viso, lo incorniciano per sempre, il dolore dell'assenza si cicatrizza in un lampo, la lista si allunga e gli anni diminuiscono, senza tempo, nessuna possibilità, ma non importa, il sacco dell'indifferenziata nello sguardo indifferente, recita la segreteria muta, non si scompone e non osserverà composizioni...