11 settembre 2011

Finestre chiuse

La luce dei neon incornicia le figure che piano si dissolvono nel vento delle pale al soffitto, frastuono, mille voci che si uniscono, risa, urla, i bambini... c'è una certa tensione nell'aria e si coglie nei volti del maresciallo sempre gentile, si coglie anche nelle parole di Rino, la pancia prominente e la camicia alla coreana, come le gomme che fin qui ci hanno guidato, dicono le monti la mercedes sulle macchine di serie... fa caldo, ma un caldo che io non posso lontanamente immaginare, oltretutto adesso il trend induce alla depilazione, sopracciglia, petto, gambe, poi il barbiere con forbici e macchinetta ti regala, si fa per dire, un taglio ultimo grido, e tutti ad imitarsi e cercare di colpire, fino a coinvolgere anche l'ultimo arrivato, un settantenne incredulo che si guarda intorno smarrito, dice sì, se devo lo farò, è solo grazie a Rino che viene lasciato fuori dal gioco. Quando viene fuori il sangue è più difficile sostenere di non avere visto, la stanza è piccola, le finestre chiuse ma non si può non vedere, devi decidere e in fretta da che parte stare, e comunque sai già che sarà in ogni caso dalla parte sbagliata, allora non c'è scampo e la fiducia guadagnata i mesi trascorsi ti ripiombano sulle spalle, sembra che il tempo non passi mai, arriverà il lavoro, certo, arriveranno i cambi, spegneremo insieme la candelina e sembrerà tutto come prima, ma la vita segue il suo cammino e se ne fotte.