28 settembre 2009

Di un leggero fastidio

Lo spettatore muto sul cavallo alato, che sia sommaria la sua giustizia non si avvede, dipana, accusa e ricusa, non sente, legge senza sapere leggere, spocchioso, saccente, distrugge, critica, giudica e trae conclusioni, sentenzia e in un crescendo senza precedenti consiglia, apperò!
Di spazi mal celati ecco l'accusa, si potrebbe scegliere invero, ma io non voglio, gli è dato di osservare senza per questo pontificare, di quel ch'io pensi, favelli, non è cosa tanto strana, di quel che ci vuol leggere sia, rimesto ai miei cassetti, farfuglio, celo, dico solo quel che voglio, penso sempre quel che penso, maledizioni, dolori, frizzi e lazzi, in contagocce, a tratti, spizzichi e morsi, bilancia in grammi, non lo conosco e mai vorrò, le mie mani scrutano più del suo sentire, irriverente e irrispettoso, si taccia adesso.

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