13 aprile 2012

Napoli per noi...

Una Via Roma che cambia, un'altra città, c'è un sole caldo e i piani dell'edificio antico sono quattro solo sulla carta, specialmente se devi farli a piedi e lei fatica e tanto, il professore è molto gentile, ricorda nel suo accento partenopeo antichi saggi uomini estinti, conferma quel che sapevamo e da qui messere si domina la valle, non c'è verso di comunicare, strani campi magnetici inficiano le chiamate, restiamo in attesa... i ricordi scivolano sul tetrapak di forma piramidale e il prezioso latte fresco della centrale che bevevo a garganella, edenlandia, gli schizzi d'acqua nelle canoe e lo zoo, quel gol di Savoldi e la risposta di Prati, un clamoroso uno a tre in casa, come quello di oggi... quello però era il Milan, Renato che cade in un tombino e la corsa verso casa, i colori del golfo, il Vesuvio, oggi il sole è andato via, torna il freddo intenso e a casa mia il terremoto, per le strade la gente, sussulti e grida, urla al cuore, bisogna astenersi, contro voglia, i capelli bianchi scompariranno, a me piacciono, i miei cadono, niente corsa, eppure il pane profuma, anche qui,  ben lievitato con la madre, Chicco e Bea, gli zii, e i cannoli, torneremo, dobbiamo, intanto all'altro capo del telefono tutto tace, gli squilli si perdono nel nulla, insisto ma non c'è verso, attendo inondazioni, e ancora mare, spero non in burrasca e il caffè a un euro, termostato e ventilazione, ti aspetto come sempre, com'è giusto, un altro viaggio, quello che faremo.

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