9 ottobre 2012

Carte strappate

Quel qualcosa che rimane, che si tiene dentro, spariscono le carte, tra timbri, bolli, documenti, non si può più toccare e pulire il legno così come mia sorella aveva continuato a fare in questi giorni, adesso lui è ospite, lo abbiamo accompagnato, nel silenzio spezzato dai gesti bruschi e gli strilli degli addetti ai lavori, un'altra scena pietosa che non ci si è potuti risparmiare, e poi ancora timbri e carte e firme, e comunicheremo all'agenzia delle entrate che in cinque vi siete spartiti ben centoquarantottoeuri... lo accompagnavo spesso presso le banche, per chiedere un ulteriore fido o per farci succhiare il sangue con le loro agevolazioni, era il commercio che lo imponeva, erano le società del nord che bisognava garantire, era il suo grande talento, era tutto quello che adesso mi manca, che era andato via a poco a poco, in quella mattina di pioggia, mentre correvo sotto l'acqua e lui si sentiva distante dal suo corpo... ho gettato via le carte, ogni giorno sempre meno, e conservo i suoi oggetti, le sue cose, conservo un apricassa per orologi da polso, un orologio da taschino che lui aveva regalato a mio nonno, una sua cravatta... ed ogni notte mi agito nel sonno e ripercorro i chilometri insieme, faccio fatica a ricacciare in gola le lacrime e alcune mattine mi prende lo sconforto e vorrei che lui fosse ancora qui, a guidarmi, a consigliarmi, con la sua determinazione, il suo entusiasmo nonostante tutto, con la sua voglia di ricominciare, con il suo coraggio e la sua forza, quella incredibile forza che lo ha tenuto in vita ed io penso che non sia stato un caso, resistere per non complicarci le cose, non mollare non per se stesso che per se stesso non aveva mai preteso nulla. Ventuno settembre sole, otto ottobre sole, il mare vicino e monte Pellegrino a regalargli un po' d'ombra, le facce di tanti sconosciuti, le lacrime, i destini comuni nelle fosse comuni, buongiorno, arrivederci, metteremo una foto, il suo nome, ci rivedremo tra sedici mesi e non sarà ancora l'ultimo atto, e i fiori recisi marciscono ai bordi delle strade delle quali non riusciamo a liberarci, neanche un'indicazione, dettagli, e intanto i giorni riprendono a scorrere che non ci si può fermare.

1 commento:

Annachiara ha detto...

E' vero che non ci si può fermare. Ma basta un odore ad arrestarci.