L'alba del 20 mi vedrà alle prese con valigie e quant'altro, non è tanto il viaggio in se, è partire con mio figlio dopo tanti anni che mi rende ansioso e allo stesso tempo eccitato.
Ricordo la luce nei suoi occhi all'annuncio di un viaggio, un bambino di 11 anni che pativa la mia assenza, i primi anni della separazione da sua madre, un bambino che attendeva con trepidazione l'incontro estivo dopo i mesi passati in città diverse e nei quali si comunicava mediante appassionate lettere che dilatavano il tempo e trasformavano gli stati d'animo in cui avveniva la scrittura.
Momenti intensi in cui si cercava di recuperare il tempo perduto, ma quel tempo lo rimpiango ancora, contro la mia volontà mi sono perso tanti istanti che avrei voluto per sempre conservare nel mio cuore, ma non potrò mai dimenticare i suoi sguardi, intensi, carichi di significato, profondi, se qualcuno al mondo mi conosce fino in fondo, quello è proprio mio figlio.
Le vicissitudini della vita ci hanno diviso e riunito tante volte, gli anni delle medie passati a Firenze, gli anni del liceo a Palermo, l'università a Firenze prima e Palermo ancora una volta, occuparmi di lui a "puntate" non ha certo minato il nostro rapporto, adesso viviamo ognuno per conto proprio seppur nella stessa città, e finalmente saremo insieme per un momento di svago che giunge necessario dopo mesi, se non anni, di intenso lavoro e sacrificio, che se non ci ha, alla fine, regalato le soddisfazioni che pensavamo, per lo meno ci ha permesso di essere uniti e solidali, regalandomi la possibilità di sposare un suo progetto e condividerne l'entusiasmo.
Barcelona non ci è estranea, ma l'abbiamo vissuta in solitaria e in momenti diversi, ambedue affascinati dalla Spagna e con la medesima voglia di viverla in maniera diversa, con quella strana idea che spesso torna a fare capolino e che anche in questo caso ci vede solidali.
Spesso i volti delle persone conosciute non si ricordano più, si perdono nel vento le parole, gli anni cancellano amicizie e amori, certi ricordi si mantengono vivi nella memoria del cuore, certi altri li lasciamo andare e a volte la paura non ci fa proseguire nel cammino della conoscenza, non credo si possa spiegare a parole il legame che unisce un padre a un figlio, e forse non serve farlo, è quando gli sguardi si incrociano e toccano le corde del cuore, quando non servono parole, quando percepisci le storie anche senza che nessuno te le racconti, quando il tempo della condivisione ti regala la certezza di avere raggiunto quel momento altissimo che non a tutti è dato di conoscere e che a volte qualcuno t'invidia, è in questi momenti che capisci e non ti resta che ringraziare la vita per averti concesso il sentimento più bello.
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