27 giugno 2008

Guatemala, luglio/agosto 2000

Claudia sorride dietro la macchina del caffè, sorride ricordando i suoi trascorsi italiani, sorride ascoltando la musica classica che pervade il suo "Cafè Opera" di Antigua, sorride come quegli italiani che hanno trovato il coraggio e la determinazione di andarsene...
Le oche sono sbucate dal nulla, procedono in fila indiana attraversando tutto l'arenile, ad una ad una si tuffano nel lago, devo ancora digerire il platano fritto con i fagioli neri, mentre le immagini forti di Tikal e Uaxactun non mi abbandonano, sento tutta la forza e la presenza dei Maya intorno a me.
Il tipo rasta mi chiama amico e mi offre del fumo, alcune donne dopo aver strizzato i panni si spogliano e si lavano nel lavatoio pubblico incuranti degli sguardi, Livingston porto fluviale e marittimo dove tutti sembrano giamaicani e parlano inglese, come inglese è la lingua della ragazza che mi porta da mangiare in questo hotel di Belize city, mar dei caraibi, un autentico flash dopo lo spagnolo guatemalteco e onduregno, il Cayo Caulker è una piccola striscia di terra, l'occasione per un incontro ravvicinato con barriera corallina, squali e razze.
L'epidemia di dengue ci costringe a saltare Quetzaltenango, sul lago Atitlan scende una fitta nebbia procediamo lentamente mentre la notte scende e le ragazze litigano, tripudio di colori, fiumi di gente, improvvisa pioggia scrosciante e sole accecante, Chichicastenango si offre a noi in tutta la sua bellezza e semplicità.
Gli operatori del comune tagliano l'erba dai bordi delle strade con il solo ausilio di piccole roncole, quando ripassiamo la sera tardi loro sono ancora lì curvi sulla schiena, un vecchio carico all'inverosimile ci chiede un passaggio, l'avevo osservato da lontano, portava le sue cose per una decina di metri e tornava indietro a prendere il resto e avanti così per chissà quanto tempo, le quattro valigie che mio padre portava con sè, in treno, e a tutte le stazioni si ripeteva la scena, come quella del vecchio a Tikal, mi sorprendo quando alla fine vuole pagarmi per averlo portato con noi, riesco a convincerlo che non prenderò i suoi soldi, lo guardo andar via e mi riconcilio col mondo.

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