11 novembre 2008

Rabbocchi al fiele

Io non sono io, sono i luoghi in cui ho vissuto, quelli che ho visitato, le persone che ho conosciuto. Sono preda della rabbia e dello sconforto, non accetto che mi si giudichi a sproposito, se un'accusa mossa risponde al vero non posso che ammetterlo, ma non è questo il caso, la gentilezza non può essere travisata, il desiderio di conoscenza non può tradursi come becero tentativo di approccio animalesco, scambiare due parole soltanto per presentarsi come può far pensare ad un tentativo di seduzione? Sono esterrefatto, tanto che sulle prime non riesco nemmeno a controbattere, mi sento offeso, vengo assalito con le parole, pesanti, e non c'è davvero motivo, mi si accusa per l'orario, per aver detto che mi piace il silenzio della mattina e osservare il giorno che sorge, quale la colpa grave? Tanto "noi uomini non ci arriviamo", che meraviglia, quand'è così preferisco davvero non arrivarci, rispedisco l'accusa al mittente, mi dispiace perchè rovina un pò quell'immagine serbata per tanto tempo, ma ribadisce tutta la semplicità e l'ingenuità dei bambini. Attraverso il tempo con i pensieri, qualche piccolo segno c'era anche allora, ed infine trovo anche la giusta collocazione. I ricordi bisogna lasciarli andare, "se è il romanzo dei veleni sarà letteratura ma se è il nostro futuro, allora è spazzatura".

Nessun commento: