29 gennaio 2009

Cosa può un viaggio onirico...

Parliamo di cibo, di commistioni, di misture... le immagini scorrono e le lacrime scendono, Milk, Senegal e Siria, New York... San Francisco, Castro, di un altro in Cile... i sogni, non sono concessi a tutti i sogni... io bevo in solitudine, della mia follia d'amore non mi è dato di parlare, io sono un fantasma che si agita, il canovaccio, il braccio, umile comparsa del nulla, scamone, balsamico in gelatina al limone, maurigi, io sono colmo, e sono vivo, fior di sale, di quello che non posso e di quello che devo, tremano ancora le mie mani, delle comparse e delle scomparse... trangugio, m'ingozzo, m'abbuffo, manda, manda, mandarino, di quella cioccolata fine carica di odori densa di sapori, di scorza d'arancia e mandorle... e intanto intorno lacrime e lamenti, guerre e tormenti, del cacciatore e del ladro, della violenza sulle donne e dei bambini calpestati, orrore e morte, pianto, non una parola, nè un gesto, lui medita di comprare un'altra villa, io sono stanco.
Faccia, facce, delle vele rivolte verso prora, dell'angoscia che risale a prua, mi torna in mente Ioannina, la capitale dell'Epiro, il lago, il frappè di caffè, immonda porcheria... ma non ditelo... meteore, Delfi, la mia Grecia... faccio un salto nel blu, salto, Salta nord dell'Argentina e d'incanto torno allo scamone, Claudia, Juan Carlos... El Gaucho... Milano, accidenti ai mancati giorni, al vietnamita mai conosciuto... ostracismo, ostriche del Cile, il mio amico dorme, dov'è la casa del mio amico? Bodhi Dharma è partito per l'oriente, sud Corea, lentamente si scioglie la cioccolata, io non sono capace di urlare, voglio soltanto continuare a guardarti negli occhi, tenere le tue mani, lo so, lo so, non dire nulla.

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