4 gennaio 2009

Un Capodanno...

La neve ci sfiora, il freddo intenso, secco, non perdo un momento, mio figlio mi guarda, è vero, anche se non volevo dirlo neanche a me stesso. Corazones perversos, por temor que el pasado vuelva... Varela, absurdos... Via Pretoria, Picerno, Brienza, Atena lucana... Potenza.
Non perdo un attimo, no, wep, wap, wireless, router, "benvenuta amore mio in questa musica moderna"... Aglianico del Vulture, barolo del sud, e intanto passano i giorni e recitano litanie e versano lacrime... 2009 e propositi e auguri, aspettative, sempre per sempre, piove, non è freddo in questa parte del mondo, il cuore, le mani, ricordati, e i capelli, e la sua voce, brividi alla pelle, tremore, "il vero amore può nascondersi, confondersi, ma non può perdersi mai"... e surgelati di vere alchimie e trascorsi, e ricorsi, funghi e broccoletti... nero d'avola, trasparenze, ridondanze... ed io qui ad aspettare, tra slanci e Madredeus, Colombia e carnevale, e il mio carnevale celato e la malinconia, passato, quelle musiche dimenticate, non voglio dirlo, non posso dirlo, e lotto con me stesso, aspetto... i giorni scivolano via, inesorabili, è il tempo che passa anima mia, il tempo che vola via, vorrei trovare, vorrei capire, non ho risposte...

1 commento:

Annachiara ha detto...

A volte forse i figli capiscono di noi molto di più di quello che vorremmo lasciar trapelare...
Buon anno, caro!