2 marzo 2009

Inverso

Di segno in segno, di parola in parola, di colpo il tempo sembra fermarsi, il vapore sale lento, i vetri si appannano, le ceramiche traslucide e scivolose, telefono, di parola in parola... sottocute come queste iniezioni a cui mi sottopongo tutte le sere, qualcosa ieri è andato storto, un piccolo rigonfiamento, bluastra la pelle, mi trascino stancamente, il divano, il letto, la scrivania, un bel sole ed io chiuso qui a marcire. Lei dice che questo gel farà effetto, dovrei smetterla di trangugiare dolciumi, verdure, si, il cavolfiore cambia colore, intenso, propenso, come i colori che spalmo, rimescolo, stravolgo. Un lavoro è un lavoro, uno svago è ben altro, un rimorso s'incastra, un rimpianto mi schianta, voci, sapori, di un tempo andato che di colpo ritorna, svanisce, s'infiamma, scompare, eco, ecco, secco, il no rimbomba dentro me, applausi e ricomincia il viaggio, è quell'azzurro che non riesco a ripetere, io fermo lì a guardare, non ci riesco, vive nell'unicità, irripetibile, non più emozioni, tace, disegno nell'aria con le mani, gli occhi chiusi, danzo, volteggio, schizzo, abozzo, mescolo e impasto, il sogno, i sogni, il cassetto resterà chiuso per sempre, mi rivedo correre a perdifiato per quel lungo corridoio, urlante e gemente, spaventato, timido ed emozionato, adesso corro all'inverso, le darò quel bacio, stavolta no, non fuggirò.

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