27 agosto 2009

Ciao Masino

Rum, mangiare no che non ho voglia, bevo, voglio perdermi per un pò, Massimo era duro, ligneo quando giocavamo al calcio, che quella bara per lui non va bene, lo si vede lontano un miglio, ma è temporanea si, c'ha pure il frigorifero, me ne faceva di gol, ed è quella l'immagine, adesso guardo suo figlio, avrà dieci anni, lui sputato da piccolo, stesso naso e capello ribelle, mi auguro una vita con migliori fortune, che davvero quella di Massimo travagliata è dir poco, di quella telefonata e la disperazione, la lotta e il tir beffardo e lo stridere di gomme, sembrava non essere rimasto niente, ma la tenacia, la forza, e ancora calci al pallone, e poi moglie e figli e un cancro, e ancora lotte, battaglie, disfide, trapianti, il midollo, le staminali, e ancora adesso sembrava farcela, e siamo tutti lì chi con la fede ed io non capisco, e i ricordi, tanti, di Renato, i giochi da ragazzini, le burle, le feste e le risate, lui ricorda ancora io ho smesso da tempo, voglio solo bere, la vita, ghiaccio e carta blanca, odor di chiesa e nausea, Massimo è volato via e c'è davvero troppo caldo oggi, umidità che s'attacca alla mia voglia di vivere, di andare via, nuvole, lei non verrà, è amaro il rum senza zucchero di canna, mangiare no che non ho voglia, e quella bimbetta tanto dolce, scricciolo di quattro anni nei suoi capelli biondi in tutta la sua innocenza si domanda chi guiderà adesso l'auto del suo papà, un brivido corre lungo la schiena, aspetto di sentire la sua inconfondibile voce, mi giro ad aspettare e Roberto è lì ancora una volta, corre e grida Massimo occùpalo, così senza refuso, e dopo tutti insieme ancora a dare calci a quel pallone.
Ciao Masino

1 commento:

Annachiara ha detto...

Mi dispiace tanto...veramente le tue parole sono lacrime per i miei occhi, ché a ricordare momenti così stiamo tutti male uguale.
Un abbraccio