20 dicembre 2011

E poi di nuovo il sole

Sassicaia, sì, o un più modesto Bacca Rossa, nel calice gonfio e lo stelo lungo, il colore rubino e i riflessi, indiscutibilmente il colore della Senna... Parigi, le luci, i colori, lui adesso balla da solo, può perpetrare all'infinito la sua danza, lei ha preso un'altra strada, la segue da vicino, la tallona, non serve e non servirà, l'Île de la Cité, l'Île Saint-Louis... chissà cosa avrà pensato della mia relazione il buon Collovà, la Grande Arche... le tensostrutture e il vento... quel vento che penetra le mie ossa, e il monumento ai caduti del Basile, sbeffeggiato, deriso... mon dieu (nell'accezione "mamma mia"...) che cosa mi passa per il cervello? cosa mi passava tanti anni fa, quando ancora tutto era da fare... voci, tepori, un vetro appannato, sguardi furtivi, le mani, e ancora come dire, ancora come fare, che coincidenza il pensiero fuorviato, il cielo si è placato e la mia gola in fiamme, la necessità, il bisogno, il desiderio e la voglia, seguo il mio istinto, vituperato, abusato, esausto e esanime, piccoli segnali di ripresa, le patate sul fuoco e il pane nero, non servirebbe gridare, non serve agitarsi, è un altro anno, e sono giorni, tempeste che arrivano e poi si placano, la crisi, il buio, e di ben altre sofferenze e poi di nuovo il sole.

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