18 dicembre 2011

Lievitati

Le grandi finestre lasciano filtrare un vento a tratti gelido, osservo il paesaggio, stancamente, niente sole, scrosci di pioggia sui lievitati, mi lascio andare sulla sedia con la testa tra le mani, ripercorro lentamente la salita con in mente un ricordo nitido e contrario, mi volto alla mia destra, guardo dietro, eppure era qui fino a un momento fa, mi dico che il tempo passa portandosi via consapevolezze e parte della mia capacità intellettiva, osservo silenzioso mani che si agitano e planetarie rumorose, osservo come un fantasma, la mia fedele nikon immortala i passaggi per quando tornerà la voglia, le luci, il grottesco babbo natale appollaiato, la tavola imbandita e la mente altrove, rubo il tempo ai desideri e alle coincidenze, e so quel che voglio sapere, trovo il tempo e la forza per deliziarmi delle leccornìe di mio figlio che mi regalano una notte insonne, mi agito, mi sveglio, un solo pensiero e anche oggi si va in scena, di panettoni e pandori e la mia pasta madre che non somiglia neanche lontanamente a quella di Adriano e Paola.

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