18 giugno 2012

La mia terra

Il cigolio delle pale al soffitto solletica la mia immaginazione osservo le zampette all'aria della blattella germanica, la stronza ha scelto di morire lontano dalla tana, non è un bene considerato che una volta morte si mangiano tra loro e col veleno ingerito si contagiano tutte... dettagli, in progress, at work... sento prepotente l'aria che tira da ovest... Fernando al caffè Martinho da Arcada, Lisboa, un sogno che forse resterà tale, on demand, hope is the last to die... Fumi, profumi, consumi, la liscia pelle e il rosso, odori, aromi, poemi, qualcosa recita e si muove silenzioso, tra le pieghe nascosto, colmo di sensualità e audacia, chimico, fisico, sotterraneo, invisibile, tanto forte, preciso, diretto, allo stomaco, al cuore... il tram arranca in salita, lei tiene la mia mano e mi guarda negli occhi, oceano, più giù Sevilla e una lingua conosciuta, ritorno col pensiero, Diego, Brasiu... non riesco a staccarmi e le mani tese, affondo il viso nel cuscino della sua pelle, m'inebrio agli odori e canto piano, questa terra è la mia terra, attesa, voluta, desiderata, contesa e contestata... una cosa sola, indivisibile, le ali al graffio del cigno nero caduto, era perfetto, della perfezione della morte che ci sottrae al dolore, alla sfida, al successo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

amore mio...