9 gennaio 2013

Sindrome influenzale...

La piccola mousse al bicchiere con le nocciole pralinate, il cremoso al cioccolato e il pan di spagna eletto, io vedo la luce gialla, è la febbre che inesorabile sfiora i trentanove gradi, i piccoli bambini del girotondo di carta della mia infanzia volteggiano ancora sull'armadio, non è quello dei miei genitori, non è il loro letto dal quale il mio sguardo si perdeva in un infinito corridoio inondato di luce gialla... e poi le stringhe che mi legano si sfibrano, ma sono molteplici, e il cortile della scuola elementare e i ragazzi e le grida, le allucinazioni, le visioni, ci gioco su un po' e quasi intimorisco lei che mi assiste tenera e premurosa, dopo anni di cure solitarie, una notte accanto conforta, e il mattino lascia storditi e increduli, piccoli sommovimenti e quello strano dolore allo sterno, il medico insiste perchè faccia un elettrocardiogramma in presenza del dolore, difficile direi, considerando le attese del pronto soccorso e gli improbabili appuntamenti, anche a pagamento, da qualsiasi cardiologo di turno, non me ne curo in verità, conosco bene quel dolore, sono anni che ci convivo, ma se si ripresentasse terrò in considerazione il consiglio... capita che la malattia sopraggiunga in uno dei momenti più intensivi di ogni mio anno lavorativo, una consegna urgente e irrinunciabile mi costringe a saltare giù dal letto e protrarre la normale giornata di lavoro saltando anche il pasto, succede, mi rinfranco nei suoi occhi, anche se velati da un'improvvisa prova del contagio,  e per pochi minuti rubati al suo pomeriggio di lavoro, la frangetta birichina e il suo dolce sapore, il caffè in offerta per mia madre, i libri regalati a mio figlio, il discolo con i riccioli arruffati sveglio da pochissimo che rilascia un lieve sorriso al mio solletico ai suoi piedi... e quella chiave da allungare, il balsamo preso per shampoo e il gel per la barba, dopo una giornata non se ne parla ancora di cenare ma lo stomaco non reclama, l'aglianico del vulture macchia il vetro del bicchiere e gli spaghetti alla fine saltano nel sugo di pomodoro e spariscono sotto una coltre di grana grattugiato, riprendo a leggere speditamente e il secondo dell'anno sta per terminare, sarò più attento, più preciso e puntuale, un ultimo pensiero avvolge la lampadina e sfuma e spegne, e che non mi svegli tanto presto e che possa riposare e che domani si stia insieme.

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