3 gennaio 2013

Del fuoco che arde

E sono musiche a sfiorare il cuore e luoghi nella memoria, e il volto di mio padre, e le tue lacrime da asciugare, e le strade che percorreremo e le nostre mani unite, e i tuoi sguardi sgomenti e le mie domande stupide, e la solitudine delle notti e le colazioni insieme, e ancora musiche e viaggi, e cieli e mare, e pioggia e vento, e le mie lacrime da consolare, i tuoi capelli da asciugare, e vino e cibo, e saltimbanchi, e voli e slanci, bambini in festa, e sabbia e terra, e sole e neve, e le tue lacrime da capire e i miei capelli da disegnare, e frasi e canti, e le pagine dei libri, e le immagini al grande schermo e le parole, e le risate improvvise della notte e il rimmel sciolto dalle lacrime, e la paura di cadere e il bisogno di tornare, lo sguardo assente di mia madre e le grida allegre dei bambini, il buio di una stanza e il solito rifugio, l'immaginazione e il crollo della diga, le urla del deserto e la rosa di Atacama, l'alcol nelle vene e il vecchio palafreniere, le patate lesse e il mitico fagiolino, com'è vero che non voglio restare da solo a contemplare, che non voglio avere niente ed è già più di tanto, che i giorni se ne vanno via e la strada è ancora lunga, dei desideri umili e della cattiveria umana, delle incomprensioni e del vivere bendati, della libertà di agire che spezza le catene e ricomincia a sperare, di larghe vedute e orizzonti lontani, del fuoco che arde e della bottiglia finita.

1 commento:

Anonimo ha detto...

...meravigliose emozioni, ma non sono le parole, anche, è la vita, vissuta, ancora poca, insieme...