12 novembre 2014

Quel treno per...

E' che ogni tanto mi smarrisco, dimentico, non so valutare... e allora ricominciano le scorribande della mente, e viaggio, e sogno, e combino disastri, la fortuna è che tutto avviene nel mio cervello e non do a vedere nulla... eppure a tratti mi sento inadeguato, inutile e demotivato, a tratti come tutti, in questi anni di incertezze, di difficoltà, si, lo so, è il solito leitmotiv della banalità... vorrei vedere quel sorriso, come quello della foto, con le mani intorno al collo, con gli occhi nascosti dai tuoi grandi occhiali, e l'aria serena e rilassata, vorrei che fosse tutto perfetto, e ridere e scherzare, e allora lasciamoci indietro un po' di seccature e godiamoci il momento, non ricordo quando ho preso l'ultimo treno, e non era per Yuma... cerco tra i miei pensieri, inevitabilmente impresso nella mia mente quello con mio figlio di cinque anni disteso sulle mie gambe in terra nel corridoio... saranno cambiati i treni oggi? Non credo... ma lo cambieremo noi, insieme, lasceremo tutti giù e diventeremo capitreno e capistazione, saremo vetturini, inservienti e cuccettisti, ce la giocheremo alla grande e tutto il mondo fuori, ma nei treni di oggi c'è il WI-FI? Figurarsi, in un treno che parte dal sud? Non scherziamo! Me li ricordo quei viaggi, stipati, accaldati e con i bagagli addosso... niente di niente, neanche un controllore... e le ragazze di Salerno mentre Renato cercava di dormire... e il messinese trapiantato al nord che ostentava uno strano dialetto polentone che magnificando la sua nuova città diceva peste e corna della sua Sicilia... e i bambini piangenti e le arance, e il tappeto di rifiuti e il caffè dai termos... e non si dormiva mai e non si arrivava mai... ma adesso hanno un nuovo look, sedili più comodi, vagoni confortevoli... partono e arrivano in orario e sono economici ed efficienti... forse

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