La sera del 17 gennaio trovo un biglietto arancione nella buca delle lettere, qualcuno ha provato a consegnarmi un misterioso pacco celere... rifaranno il tentativo, così dice il biglietto, la sera successiva un altro biglietto dello stesso colore si materializza nello stesso posto del primo, stavolta non c'è scritto nulla, nè data, nè indicazioni di sorta, ricordando altre consegne e considerando il week-end di mezzo designo il lunedì successivo per il ritiro.
Lunedì 21, alle 14:30, appena uscito dall'ufficio, pur non sapendo affatto dove recarmi, mi dirigo all'ufficio postale più vicino a casa, l'impiegato rigira tra le mani i due biglietti, con aria sconsolata e rassegnata mi comunica che loro ancora il pacco in questione non l'hanno ricevuto, sarà meglio riprovare domani... mmmmmm.
Martedì 22, stavolta alle 13:30 sono all'ufficio postale, c'è una donna allo sportello, che con aria ancora più sconsolata del primo mi dice che francamente non sa come aiutarmi, un collega zelante prova su internet, alla ricerca del pacco perduto... scopro così che il servizio di posta celere in realtà è affidato ad una non meglio identificata società di cui le poste si servono, l'impiegata comincia a recitare una triste litania: l'azienda non è più quella di una volta, si stava meglio quando si stava peggio, non ci sono più le mezze stagioni ribadisco io e finalmente ottengo un numero di telefono al quale rivolgermi o in subordine l'indirizzo della società, si, diavolo, però la stessa non si trova a Palermo, bensì a Villabate, comune limitrofo, però considerando che io vivo esattamente dall'altra parte e ci saranno almeno venti chilometri di distanza propendo per il telefono.
Ore 15:30, ho appena finito di pranzare e decido di chiamare la ditta di spedizioni, voce registrata, musica di sottofondo e segnalazioni varie su numeri di telefono a pagamento, sito web, ecc... penso che siano in pausa pranzo (ma quanto dura la pausa pranzo?). Sul famigerato "pizzino" arancione scorgo un numero verde, lo compongo fiducioso, call center delle poste, niente da fare, il tipo ci prova ma non cava un ragno dal buco, comincio a disperare, internet, trovo la società, digito il mio bel numero di spedizione, risulta che il pacco proviene da Empoli e che hanno provato varie volte a consegnarmelo...nessuna indicazione sul da farsi, provo una poco credibile operazione di contatto con la quale dovrei ricevere notizie in merito via sms o e-mail... attendo, intanto provo le pagine gialle e comincio a chiamare tutti i numeri esistenti, la solita musica, gli operatori sono occupati ma se voglio posso provare un numero a pagamento per soli 15 centesimi al minuto e tra l'altro senza scatto alla risposta... decido che forse è il caso di provare la macchinetta mangia soldi, come prevedevo, digitare uno se..., digitare due se..., il tempo scorre inesorabile e nessuno mi risponde, il mio cellulare è muto e la mia casella di posta sta facendo la muffa.
17:36 sono in auto, dopotutto sono soltanto venti chilometri, dimentico delle targhe alterne e della chiusura improvvisa del parco della Favorita che generano il caos... guardo mestamente le cifre digitali sul cruscotto, tra l'altro non conosco nemmeno l'esatta ubicazione della famigerata società... il tempo non aspetta ed io sono bloccato nel traffico, 17:59 mi dico che posso farcela, mi guardo intorno, la gente sembra rassegnata, sto ascoltando la radio, non sono abituato al traffico e cerco di non pensarci, d'improvviso mi sbuca davanti un furgoncino bianco, la scritta laterale mi sembra di conoscerla, ma sì è proprio un furgoncino della ditta che sto cercando, in un lampo il colpo di genio, sono già le 18:28, ho letto nel sito che le consegne si effettuano sino alle 19:00, se uno più uno fa due, il tipo ha finito le consegne e sta rientrando in sede... lo seguo molto fiducioso.
Sono talmente convinto del fatto mio che non mi accorgo che invece il furgoncino gira per una traversa laterale , continuo a seguirlo, e dopo dieci minuti capisco che sta tornando in città, diavolo, mi prende la disperazione, sono costretto ad invertire il senso di marcia e ricominciare quasi da zero.
Mi dico che non ce la farò, ecco Villabate, cerco la stazione ferroviaria nei cui pressi dovrebbe essere ubicata la ditta, mi fermo e chiedo ad un passante, stazione ferroviaria qui a Villabate? Non esiste più da anni... o porca miseria, e adesso? Però la stazione di Villabate in realtà è quella di Ficarazzi dice lui... ok, va bene, ma come la raggiungo???? Sempre dritto, la prima a sinistra, poi subito a destra, il ponte, il semaforo giallo intermittente, poi subito a destra e sempre dritto, facile a dirsi... ma lei sa per caso dove si trovi la via Picasso? Anche da morto vieni a tormentarmi, è davvero un destino infame il mio.... ma questa è tutta un'altra storia... 18:48, seguo le indicazioni, e neanche a dirlo, mi perdo, la lancetta del serbatoio punta pericolosamente verso lo zero... anche questa, non ho certo il tempo per fermarmi ad un distributore.
Il vecchio che vende ortaggi e frutta per strada mi dice che non è della zona, leggo Ficarazzi su un cartello e mi fiondo, comincio a sentire l'istinto prendere il sopravvento, non so nemmeno dove mi trovo, ma sento che sono nella direzione giusta, 18:57, cavolo, cavolo, non mi chiuderanno sul naso, vedo una traversa più larga, guardo la targa stradale, e il mio volto s'illumina, Via Pablo Picasso, eureka! Entro trafelato nell'ufficio, 18:59, bingo! L'impiegato guarda il suo orologio, penso mi voglia buttare fuori, ma deve aver notato la mia aria contrita e disperata, prende i miei biglietti arancioni e sparisce, l'attesa si prolunga e già penso che del pacco non ci sarà traccia... finalmente un altro impiegato mi chiama per nome con in mano una busta, ci dispiace per il contrattempo, si è trattato soltanto di un errore, le hanno lasciato degli avvisi sbagliati... si, ok, ma il pacco c'è? Si, si, quello si, uff, le ultime perplessità svaniscono, una firma e finalmente entro in possesso del tanto agognato oggetto del desiderio, non oso aprirlo, lo adagio sul sedile della mia auto, una targhetta sbiadita recita Villa Petriolo, è lei, si, è lei, la mia bottiglia di Rosae Mnemosis, mi sento felice come un ragazzino e fumo una sigaretta liberatoria.
19:49 casa, finalmente, apro la bella scatola, la bottiglia è sana ed avvolta da una carta in cui si legge di fiabe raccontate, di sorelle, di rose, di desideri, di conquiste.
Grazie Silvia, il primo passo è stato immortalare la bottiglia a cui farà seguito, chiaramente, la degustazione, credo che sceglierò l'abbinamento con il filetto all'arancia e pepe rosa di Bian.
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