4 febbraio 2008

Quel quotidiano viaggio nella memoria

Lei preferisce che le cammini davanti, non ha più quel passo fermo e deciso che le conoscevo, mi accorgo di vivere ad occhi chiusi, cerco disperatamente di allontare tutti gli orrori, cerco di non vacillare anch'io, mi ostino a pensare e credere che il tempo non sia passato, il suo braccio sotto il mio, quante volte nel passato abbiamo anche litigato, soltanto perchè quando si è molto giovani non si capisce, dei miei pentimenti tardivi conservo tutta la sofferenza, tutte le lacrime versate e tutta l'incapacità, mi dice quasi piangendo che lui è andato via, sono quasi due mesi, non serve cercare di scuoterlo, di farlo parlare, mi hai lasciato sola gli dice, ma lui non risponde.
Sarà anche un pò colpa della solitudine in cui mi sono relegato, o forse molto più semplicemente le cause sono il senso di colpa e l'assoluta e ovvia incapacità di saper porre rimedio a qualcosa che fa parte della natura.
Il vigore ritrovato è frutto dell'entusiasmo per i sogni perduti che tornano a fare capolino nella mia vita, ma una nuova consapevolezza e la paura del tempo mi tagliano le gambe, la paura ama guardarmi fuggire, attonito, avvilito, incapace. Però tu ridi sempre mi dice Tami, si è vero, io rido sempre, come se fossi tanto stolto, ridere o piangere sarà forse uguale, nessuna delle due cose mi servirà per la soluzione, io piango in silenzio, nel buio di una casa vuota do sfogo alla mia rabbia, alla sofferenza che ogni giorno diventa sempre più insopportabile, e quando lei mi racconta di come eravamo, di quello che è stato, non riesco ad accettare il presente, io vado per la mia strada, è vero, ma sono colmo di disperazione e preda dell'inettitudine.
Lei mi ringrazia sempre, ed io vorrei non lo facesse, non ha senso, dopotutto non le regalo che pochi attimi della mia vita e lei invece ci ha dedicato la sua, a volte ho detestato certi suoi comportamenti, a volte la mia voglia di fuggire lontano era più forte della comprensione, occorre che passino gli anni, per potersi poi maledire e rimpiangere i giorni mancati. La vita è soltanto una, la vita ti scorre via velocemente, non ci sono tregue nè tempi supplementari, puoi essere un abile protagonista, un utile gregario, o solo una piccola comparsa, probabilmente l'importante è proprio credere in quello che si fa, io ci ho creduto a tratti, ma ricordo soltanto il peggio, dimentico facilmente i torti subiti, il peggio si annida in me stesso, a volte ho agito con consapevolezza, altre un pò meno.
E' il viaggio nella memoria che mi relega nel passato precludendomi il futuro, è il crogiolarsi nella sofferenza, intimo e sottile piacere, corrente alternata che mi accende, mi spegne, mi seduce e mi stanca.
E' il viaggio nella memoria che si ripercuote nel presente e mi fa vacillare, è finalmente aprire gli occhi e con dolore constatare.
E' il viaggio nella memoria che mi trova seduto a pensare, rimestare, ricominciare con i se.
E' solo un viaggio nella memoria, dal quale non vorrei più tornare.

1 commento:

Anonimo ha detto...
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