26 febbraio 2008

un viaggio introspettivo...

In realtà lo avevo sempre saputo, solo lo tenevo per me, a volte le verità più insopportabili bruciano dentro. La scorzetta di limone si stempera nel gin, il terzo martini cocktail sviscera le parole non dette, e lui stavolta si lascia andare, non è la prima, non sarà l'ultima, parole che sanno di veleno, parole dettate dal cuore, parole che si dicono soltanto ai veri amici, non avrebbe del resto senso accalorarsi con un estraneo, non se il senso è capire cos'è un legame, il tempo offusca il comune sentire, le proprie difficoltà e i problemi irrisolti tracimano d'incanto nell'egoismo, senza essere esaustivi per giustificare le azioni, quell'accusa brucia dentro, permea il mio essere, m'invade e mi perde, la storia si ripete e l'angoscia che ne deriva mi toglie il sonno e la ragione, sono attimi di smarrimento, il sangue pompa nelle vene e ottenebra il cervello, resto calmo, silenzioso, pensieroso.
Lentamente il sangue fluisce e pur non trovando le parole, ritrovo serenità, come sempre accade lascio che il non reagire offra l'immagine della mia indifferenza, intanto rimugino, passano le ore e la sola cosa che riesco a pensare è che ha ragione e non gliel'ho detto, mi chiedo fino a che punto, ma non trovo appigli, scuse, motivazioni, a volte è veramente difficile accettare la realtà, i muri costruiti nel tempo mostrano le crepe, il terreno di fondazione cede lentamente e la sola cosa che riesco a pensare è trovare rifugio nella mia invalicabile solitudine, non riesco a dormire e continuo a pensare, rivedo i suoi occhi, le domande che attendono una risposta diversa dal solito, non sono capace, biascico, smozzico, adduco, sentenzio e fuggo, ma sono soltanto mezze verità, mento a me stesso, l'ho fatta grossa e non trovo rimedio, lo sapevo già prima che accadesse e non mi sono fermato, la diversità non include l'obiettivo comune, ma così calpesto tutto e tutti, sono davvero una persona tirchia? O è soltanto egoismo? O paura, o chissà che, il tempo sembra essersi fermato, o probabilmente ci sono cose che neanche il tempo risolve, a maggior ragione quando non si vuole, o quando si nasconde la realtà e non si vuole affrontarla.
I sentimenti, la percezione della fine, la morte, ero io davanti al Perito Moreno, non ero io a Salvador do Bahia, sette mesi per dirmi che ho rovinato un viaggio e sette mesi per dire che non volevo partire, ma non è questo, lo sappiamo tutt'e due, è fottersene anche dell'amicizia, è arrivare ad un bivio, il solito, e non sapere quale strada scegliere, quello che tante volte ho incontrato sul mio cammino, quello nel quale la strada scelta è stata sempre sbagliata.
Una persona sensata ammetterebbe i propri errori e cercherebbe di rimediare, cercherebbe finalmente di imparare a donare qualcosa agli altri, la prima reazione mi spinge a pensare all'isolamento, alla cancellazione, alla distruzione, capisco per la prima volta che sono in errore, ma non trovo spiragli, avrei voglia di distruggere anche il quadro che sto dipingendo, e di restituire ciò che devo, mi sento ossessionato e ossessivo, depresso e compulsivo, il suo essere fuori di se, incazzato, mi ha regalato un profondo turbamento, mi costringe a doverlo considerare, è forse l'ultima occasione che la vita mi offre, il tempo non ci aspetta, il reale senso delle cose in definitiva è molto semplice, forse basterebbe aprire gli occhi e mettersi in gioco come lui dice, forse.

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