25 novembre 2008

Di che viaggio improvviso

La primavera a volte si manifesta inaspettata anche a novembre, il sole tiepido fa capolino, e nel cuore scompare di colpo l'inverno, tumulti, serrate, via l'embargo, la rivolta delle cose che contano, stravolgimento, tremori, riflessi, egalitè.
Anche la follia può manifestarsi d'incanto in un pomeriggio novembrino mentre sorseggi un the che si trasforma in fiele. Inevitabili analogie, ricordi, corsi e ricorsi, affanno, mi manca il respiro, non è asma, non è allergia, è la sorpresa.
Tensione, paura, emozioni pure, supplizio affascinante, gli umori alterni come le targhe, come i clamori, è un attimo, davanti a te quello che disperavi vedere, ma non puoi toccarlo con mano, non ti è concesso, sudore copioso, il viso s'infiamma, le mani tremano, calore, chiudi gli occhi e vorresti perderti per sempre, non vorresti riaprirli mai più o vorresti riaprirli in un mondo diverso, cambiato, mille luci, mille colori, le mani, vai, no non andare, resta, vai via, perchè? Perchè è sempre così maledettamente difficile? Astanti pietosi nella rappresentazione del nulla, piccoli pietosi slanci smoccolosi, vertigini, non già acufeni... timidi e impietosi, sguardi nel nulla, distrazioni, elucubrazioni, apoteosi, e poi il crollo, borsa, ombrello, pioggia.
Il viaggio riprende, la sosta rigeneratrice appariva indispensabile, cupi contorni di nuvole cariche, aspetto, il cuore, tracimerà, esonderà, non importa adesso.

2 commenti:

Marino ha detto...

Ciao. Capito per caso dalle tue parti, bel blog. Complimenti anche per le tue opere!

Marino ha detto...

=) molto semplicemente a zonzo per i blog. Attività piena di spunti... Cercavo tematiche legate al viaggio. E poi ho voglia di comunicare.
A presto!