28 novembre 2011

Sensazioni

La radio gracchia a tratti, il segnale si perde e non mi resta che attendere, rivedo il cesto in alto, le righe bianche sul pallone arancio e lui sudatissimo che si affanna con criterio, l'incognita dei pomeriggi perduti nelle mie fantasie, un campetto da tennis, l'erba spelacchiata o le lezioni di pianoforte rinfacciate, se avessi avuto il tempo la sua grafia sarebbe migliorata... solo colpe, distrazioni imperdonabili, dei suoi pianti nascosti e le difficoltà, non esito mai un istante forse per recuperare o perchè non so fare altrimenti, non un perdono tardivo... e torno indietro nel tempo e il giradischi è come la mia radio e lui ha qualche anno più di me lo guardo con stupore quando mi dice che se ho bisogno di ragazze basta chiedere, cazzo ho solo quattordici anni e il latte bagna ancora le mie labbra, che di anni ne sarebbero passati tanti a parte Agnese e le sue false magie... vispe e pimpanti sui tacchi a spillo non assomigliano lontanamente alle ragazzine dei miei tempi, al massimo un cinema pomeridiano e niente social network o iPhone, e il linguaggio scurrile e la poca educazione... ma quando arriva un grazie sentito mi ricredo e sono fuori del palasport di una piccolissima città di provincia e aspetto, o forse sono sugli spalti, o forse anche questa volta sono arrivato in ritardo, la cooperativa, il lavoro, i turni massacranti, volevo esserci, c'ero, ci sarò... avrei voluto, sperato che mi dicessi, mi spiegassi tutto già l'anno scorso papà, ormai... e come sono le donne, come si fa con le donne, io non credo di saperlo ma tu cerca di essere rispettoso...

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