3 gennaio 2012

Come passa il tempo...

Le mani, le sue grandi mani, e mi disse un giorno che nelle sue mani ritrovava quelle di suo padre, è successo un po' anche a me, ma mi rivedo in lui in certi movimenti, in certi gesti e a volte mi lascia attonito, altre spaventato, quando non ricordo le cose, non ricordo i nomi o i volti e lui che non mi parla più... penso a mio figlio, se anche lui, e poi Diego che adesso bello bello mi sorride dallo specchio, paternità negate, voglia di tenerezza, un altro figlio mai arrivato, le cose importanti della vita, la malinconia e il tempo che fugge, come le grandi tapparelle e le mani tremanti, come vorrei regalarle un'altra possibilità o magari un alza tapparelle elettrico... Cuba, nei miei sogni di ragazzo e il Che e Fidel e adesso lei va lì con un'amica, invidia secca... tra i capelli neri un bagliore bianco, sudore di palestra e vapori, la borsa, e la musica al mio falso iPod... Venezia ancora nel cinema e nell'arte, ricordi, perenni, intramontabili, e la tallonite e l'arrancare tra nebbia e pioggia, quell'amore dimenticato il passo leggero della francese accanto e il finto mago e la sua musica straziante, Genova per noi che ci lavavamo nel mastello di ghisa e la lampadina fioca, easy rider dieci anni dopo, e Firenze prima della fine, il gilet e il cappello texano, gitanes e gauloises e marsalino... le differenze di una generazione, tra i suoi bicchieri e i miei, quel politeama vini e i miei negroni, la vista che si annebbia, barcollare e non sapere più nulla, incontrarci per caso in libreria e scambiarci quei libri, le parole che si dicono e quelle che non si diranno mai.

2 commenti:

Annachiara ha detto...

Come dire...un misto tra Fossati, Conte, e Morrison d'annata!

morrison ha detto...

Boh, anche De Andrè direi... fanno parte della mia storia, non posso esimermi ;-)