9 aprile 2012

Biutiful

Ci sono cose che bisogna lasciare andare, un ricordo, un dolore, penso a mio nonno materno e rivedo le sue mani, i suoi baffi macchiati di nicotina, la mia piccola mano nella sua e il "pizzica-pizzica" che mi comprava... è il giorno che segna il mio cinquantatreesimo, non un giorno qualunque, non come tanti, è un giorno migliore, e riaffiorano i ricordi migliori, ma i ricordi di un bambino possono non coincidere con la realtà, Babel e i 21 grammi, amores y perros, affonda con vigore, penetra le coscienze, l'indifferenza non è ammissibile, una Barcelona che non abbiamo conosciuto, come tutte le periferie del mondo, i margini, i sotterranei, il non detto, il non visto, ma sono amori, sofferenze e dolori, sono sguardi felici o scazzi, il baccalà e le patate, un dolce comprato, il cappellino, la giacchetta di maglia e ci entriamo in due, sono gli occhi negli occhi, il vino bevuto, il cibo immaginato, e le lenticchie rosse, la torta pasqualina, la candela profumata sulla setteveli e l'odore di fumo, l'orologio che corre ad un tratto e le campane nella notte, è l'amore, il sapore, l'odore, sono momenti che restano, frasi, sguardi e racconti, sono mani, abbracci e sogni, e ci sono cose che bisogna lasciare andare, e sono incontri che non torneranno e alternanze, dissonanze, dissolvenze, e poi si ricomincia e cambiano gli attori, cambiano gli astanti e il ciclo si ripete, la mano di mio nonno e quella di mio padre, le mani di mio figlio e quelle di mio nipote, le mie mani che tengono salde le tue e non vorrebbero lasciarti andare, il gioco, il sogno, la rabbia e l'odio che non ti appartengono, il riposo insonne e i rumori della notte, la luce del mattino, e la stessa colazione in case diverse, lo strappo, il lampo, l'abbraccio e il pianto, la pelicula interrotta che continua a girare nella sfogliatrice nuova di zecca, e non voleva saperne, forse non voleva restare, ma un regalo voluto alla fine trova la forza di imporsi, di impasti futuri, di sfoglie perenni, dissidi, confronti, e l'anno alterno era questo, il compleanno alternato, l'invecchiamento dimezzato, quei due tre amici i parenti più prossimi, figlio e nipote brasiu e la profusione di lievitati, i fari nella notte, la voce al telefono, le lenzuola fredde e il pensiero costante, grazie.

1 commento:

Anonimo ha detto...

...e l'attesa del prossimo viaggio…mi manchi...