21 dicembre 2008

Cercando la meta...

Forse che nella vita non è sempre un fatto di scelte? Ma perchè non contemplare anche l'ipotesi di scelte indotte, al di là della nostra reale volontà... ci sono cose che ci cascano addosso, anche quando non ne siamo consapevoli nè artefici. E ci sono scelte che anche dopo abbracciate ci inducono in perplessità, e ci sono scelte altrui che ci coinvolgono e che a volte comprendiamo e altre un pò meno... il festival delle ovvietà, intanto il cielo è sereno e il freddo più pungente, freddo... attese, eterne attese, "sguardi lampeggianti ad ore".
Tanto meglio aggirarsi per le vie di Puerto Montt, Los Lagos, San Angelmo e il mercato del pesce, con quel nodo alla gola e il desiderio di continuare il viaggio e allo stesso tempo tornare indietro per un amore mai nato. Questa volta partirò da solo, ne sento la necessità, essere artefice delle mie scelte fino in fondo e soprattutto con la certezza che non rinfaccerò mai niente a me stesso.
Chi era la ragazza del mercato di Herrera? Chi era la hostess biondina di Lan Chile, non Pamela De La Fuente, non lei, no.
Il tempo è galantuomo... dicono.

19 dicembre 2008

Ebbro e solo...

Davvero non lo so, vorrei dirlo anch'io, ma è tutto così estremamente labile... al fine decantano origini partenopee... parrebbe di trasformismi, ma un freddo intenso mi fa compagnia, eppure fino a qualche ora fa tutto sembrava tranquillo. E ancora, e un'altra foto, Kados, ma non quello, bensì questo... un the caldo e via. Che mi prende? Ordinary World e Duran duran...la mia bella tazza colorata di Palopò sul lago Atitlan, Guatemala... vorrei come in un sogno volare, "chiamami come vuoi, ma non chiamarmi amore, che non sono degno del tuo amore"... "tu che mi hai letto negli occhi più veloce di uno sparo"... di quel profumo intenso e del mio viaggio dimenticato, i polipetti affogati, per tre almeno... quel leggero limite superato, accidenti al colesterolo e al mio ginocchio malmesso... acqua calda, infusi o decotti, Auster, Grossman, Aria e Allevi, "l'uomo di buona memoria non ricorda niente perchè non dimentica niente". Al fine giacerò pensante colmo di gratitudine, ebbro e solo.

18 dicembre 2008

Nero d'Avola e Pinot nero...

Il canovaccio si ripete uguale nel tempo, improvviso su linee già marcate... il rosso, il grande rosso, il grande Blek, si lui Blek macigno, e Capitan Miki, e adesso Dylan Dog, ma quanta carne al fuoco, e anni, e vita, io aspetto, non so farne a meno, non voglio farne a meno, gli esami sembrano ottimi, l'umore alterno, Salasso e Doppio rum, ma chi se li ricorda? Forse il Comandante Mark, meglio Zagor certo, e chiaro Tex Willer... qualcosa mi è stato rubato, mi sento defraudato, e come sempre, non importa, Daniel, il Corriere della paura, recito a memoria... Alan Ford, numero uno, la cariatide... certo Diabolik, meglio Eva Kant... e tutti quei fumetti un pò così? Wallenstein, Vartan, Kriminal, Zakimort, accidenti, la memoria gioca brutti scherzi... mi prende fame, poi i super eroi... Devil, Fantastici quattro, Nembo Kid, Superman, Flash Gordon, mi domando perchè a volte debbano venir fuori prepotentemente ulteriori fantasmi del passato, i miei giorni passati a leggere, a cercare di dimenticare, i momenti accanto ad un termosifone, unico calore... una pizza con gli amici, sempre gli stessi, e le solite cose, le solite rimostranze, le solite lamentele, le solite aspettative... di colpo sembra che la vita voglia rendermi in qualche modo giustizia... mai dire mai... mi preparo al mio spezzatino di tacchino, imbandito su sontuosità di verdure... Nuhar di nero d'avola e pinot... le mie nuove mensole già traboccano di libri, e il cuore, che bei sussulti, reggerà? Di lontananze, assenze, il fabbisogno paventato... accidenti che strattoni, musica moderna, e la mia parte qual è?

16 dicembre 2008

Un bel viaggio senza mettere il naso fuori casa...

I calamari stesi su un letto di patate, sfuma il vino lentamente, sfumano le mie illusioni, la stilografica argentina non vuol saperne, nonostante il computer non smetto di amare la scrittura, il pennino giace sul fondo, l'acqua calda alla gola, non so se parlerà mai più... intanto passano i giorni, il silenzio è assordante, e nessun segnale all'orizzonte, nè un commento, nè una smorfia, come sempre non importa, la vita segue, leggere in appendice le note... intanto tutto sfugge al mio controllo, non più padrone, attendo inondazioni, perchè lo so, perchè non lo so, che modalità abbiano le donne nell'amicizia per me resta un mistero, a naso percepisco una maggiore sincerità... ci siamo quasi, tra poco sarà tutto finito, dovrò occuparmi d'altro, ma il mio calamaro senza aglio nè cipolla è un portento, buccia d'arancia, mandorle, pistacchi, pomodorini, capperi, prezzemolo, pan grattato, uva passa, olio evo, peperoncino, acciuga, menta, sale, poca provola, una bontà, non me lo sarei immaginato, il vino scende che è un piacere, le patate a fette sottili addolciscono ulteriormente, l'unico problema come sempre ho cucinato almeno per due... dai non posso davvero mangiare tutto io... a pranzo ho anche mangiato un bel piatto di penne saltate in padella... accidenti, la mia vita prende una brutta piega, niente sport, distorsione sovrana, e cucina imperiale, azz... diventerò come Galeazzi? Intanto ho talmente gradito, che faccio fuori anche il secondo calamaro... ok, lo ammetto, mi sto coccolando... è forse un delitto? Non avevo idea che le mie intuizioni tradotte in ricetta potessero avere questo esito, accidenti è davvero ottimo, peccato non dividere con nessuno, verranno tempi migliori, forse... ma non ci si dovrebbe alzare da tavola ancora con un leggero senso di fame? uhmmmm... non è davvero il mio caso, a partire dal fatto che io la tavola non l'ho nemmeno vista, sono al computer, digito e mangio, mi strafogo senza ritegno, sono preda della libidine culinaria, visto e considerato che... ma lasciamo perdere, il vino è finito, il piatto è vuoto, soddisfatto, satollo, ah che vita, adesso un pò di musica, ci saranno altri giorni destinati al pianto. Ciao Annachiara, ciao Marcello, un pò di sana concorrenza, ma è tutto in privato. Ciao Silvia, ciao tesoro, ciao a tutti, a volte il cibo riconcilia con il mondo e con se stessi.

12 dicembre 2008

Anticipi...

La cuccìa in anticipo, inaudito... levataccia, vorrei ricondurre la mia vita ad ambiti più consoni, la mia vita in un ascensore, piccolo spazio che produce visioni ancestrali, proiezioni della mente e cineasti malinconici, provo a frugare tra i meandri della memoria, buccellatini, mani sapienti, frenesia del pensiero, inerpicarsi per roveti, trascino, tracimo, esondo, miti fugaci, lenticchie, si ma la ricotta? Stato confusionale, non è un'epidemia, almeno spero... il fedele compagno delle mie sere, calice, m'iscriverò ad un corso per sommelier... il vento sferza le strade di Palermo, Buenos Aires, ci copriamo alla meglio, attraversiamo la pianta ortogonale, potremmo essere indifferentemente a Barcellona come a Palermo. Rannicchiati, vittime inconsapevoli, tracciamo bilanci, freddo pungente e poi il Caffè Tortoni, Claudia sorseggia il suo cappuccino, riflessi ai riccioli, manichini in lontananza, risuona Gardel, ultimo volo, garage olimpo. Torno al mio ascensore, le mani tremano e il cuore sussulta, "non ce la posso fare a farcela"... di tutti i giorni andati e quelli mancati, di tutte le ore ad ascoltare il silenzio, del tempo che non ti aspetta, lampi, grida, echi lontani, immagini del passato, sensazioni, un crescendo, non riesco a capire, mi sforzo di essere lucido, inquietudine, sto per arrivare? Dove sono fuggiti gli uccelli della solitudine? Le loro uova di pietra deposte nel mio cuore si schiudono, come un tempo, come non sapevo, come non credevo, il terreno cede, cedono le sicurezze consacrate, sensazione nuova, affascinante, coinvolgente e disperante, ma che meraviglia il sogno, pasta e ceci, già ma le lenticchie?

9 dicembre 2008

Tutto accade nel bel mezzo di un viaggio... forse qualcosa vorrà pur dire

Lascio che il vino pian piano mi scaldi, mi è preso un freddo strano, lo sento dentro, la stufa emana il suo calore ma io non lo percepisco, ascolto la musica, le parole, cerco un riscontro, il silenzio è sempre significativo e non ci si dovrebbe interrogare più di tanto, certo, aspetti molteplici e diversi inducono all'analisi, ma a volte è necessario lasciare le cose come stanno, un amico dovrebbe accettarti così come sei, criticarti forse, parlarne, ma l'affetto dovrebbe essere sovrano, quando ripetutamente ci si scontra e si prendono per buoni soltanto i propri atteggiamenti, allora arriva il momento di mettere in discussione tutto, i segnali non mancano mai, spesso si fa finta di non vedere, poi alcune azioni lasciano dubbi e perplessità, infine, nessuno è indispensabile, insostituibile, la vita segue le sue linee e si può benissimo interpretarle a propria misura, anche da soli se necessario. Faccio un pò fatica, la storia si ripete sempre, alcuni non capiranno, altri crederanno di capire, in definitiva non importa, vivo del mio silenzio con soddisfazione. Il vino produce l'effetto sperato, Cerasuolo di Planeta, tra l'altro contribuisco alla ricerca contro l'Aids in Africa, e allora bevo, "sono senza vergogna, sono senza pudore"... forse, io non c'ero, io non sono stato, tutto mi è successo addosso, so bene quello che ho detto, so bene quello che vado ipotizzando, sembro un profeta, ubriaco, non ho colpe, invoco un perdono che non avrò, è il mio cuore, "sono senza perdono, sono senza memoria", "sono senza", è quello che sento, è quello che volevo, è quello che aspetto da anni, ma è ingiusto, è la ragazza spagnola che mi saluta con disprezzo, è la ragazza cilena che mi dice che posso capirla anche se parla spagnolo, è quel viso dimenticato, preso a prestito per qualche minuto, è la voglia di non dire nulla ed essere capito, lo sguardo, è sapere cosa sentire, è finalmente salire più in alto, è ancora una volta rovinare per terra, pianto, disperazione, è non sapere cosa sia la realtà, è vivere dimentico e dimenticato, è comprare l'ennesimo libro, è affogare nelle tue lacrime e sperare di partire ancora, è davvero non conoscere la strada, è smarrirsi, non trovarsi, è desiderare, desiderare qualcosa che non ti sarà dato, che non ti appartiene, è forse l'illusione, ma ti ci sei arrovellato per mesi, è desiderare e non essere capito, e rimestare ancora una volta, è il tripudio e la menzogna, è la vergogna e il desiderio, bevo, lascio che il vino, questo buon vino mi riscaldi, ascolto Fossati, ancora una volta, non smetterei mai, "io qui in capo al mondo e tu...", nessuno mi vedrà mai tenere le sue mani, è qualcosa tanto più grande di me, è qualcosa che non so gestire, è qualcosa che mi rimanda alla mia solitudine, è la fiorentina che cucinerò seguendo alla meglio le indicazioni di Silvia, il vecchio e le sue elucubrazioni, mi sento perduto, non sono abituato e nulla era già scritto, vorrei dormire, lasciarmi andare, verso altro vino, tra un pò sarò ciucco, ciao Marcello, bevo al tuo lavoro, Filippo è troppo lontano e il suo nome come un tormento rimanda ad altre gesta e tormenti, io non sono come lui, non occorre che ti accompagni, conosci la strada, ci rivedremo un giorno, si.
Ascolta, i miei pensieri strani, le mie notti insonni, il mio medico dice che è normale, e gli chiedo di fare questi esami alle soglie dei cinquanta...
Che bel colore, questo rosso intenso, ho già desiderio del Rosae, e guarda che coincidenza, la spirale è la stessa dovrò fotografarli insieme, qualcosa vorrà pur dire. Si, che sono un lamento, la stanchezza, la stoltezza, bevo e lascio che il torpore m'invada, lascio che le parole recitino me stesso e quello che sono adesso, non chiedo niente, non invoco nessun perdono che da perdonare alla fine non c'è niente, solo un pò di malinconia, la rabbia l'ho abbandonata da tempo, lui dice che "vince l'amore, vince la tenerezza, vince un piccolo bacio, vince la timidezza"... forse è solo tempo di andar via, so dove vorrei essere adesso e con chi, le lacrime si asciugano e quel volo è stato cancellato, da tempo.

3 dicembre 2008

Accidenti insisto...

Si, è così, non conosco la parola basta, e allora mentre la cipolla e l'aglio rosolano con i peperoni, il brodo vegetale sobolle ricco di patate, pomodorini, carote, prezzemolo, basilico, sedano, funghi, cimette di sparacelli, aglio, cipolla, grani di pepe rosa, il baccalà fresco privo della pelle infarinato e fritto, tutto insieme a cuocere ancora per un pò e viene fuori una sbobba deliziosa che non smetterei di mangiare, non fosse che la quantità industriale cucinata mi ucciderebbe... ok, adesso davvero basta pesce... a parte quel paolotto di quasi un chilo che aspetta solo di essere messo in crosta di sale... che sarà? A parte la comodità del quasi domicilio, della freschezza, e della ritrovata voglia di cucinare?
Non pochi fantasmi agitano la mia mente, come al solito c'è chi crede di sapere tutto, mai che si degnassero di spiegarmi... nessuno è di nessuno, recita il mio grande amico, probabilmente è vero, l'indignazione non può essere giustificata, quando mai le esperienze degli altri sono servite? Bisogna recitare in prima persona e non serve vagheggiare di un comportamento giusto rispetto ad un altro, le emozioni, i sentimenti, non sono ascrivibili a scelte ponderabili, le cose, generalmente, vanno come devono andare.